Casa Morra
John Cage e Marcel Duchamp sono presentati, in occasione del primo anno del programma di mostre Il Gioco dell’Oca, in un dialogo basato sul principio di casualità, concetto che anima interamente il percorso simbolico dei 100 anni di Casa Morra. John Cage con l’opera Not wanting to say anything about Marcel (1969), considerata il suo primo lavoro di arte visiva, rende omaggio all’artista, un anno dopo la sua morte. E il titolo, che deriva dalla frase pronunciata da Jasper Johns come risposta alla scomparsa dell’amico e collega, poi diventata un vero e proprio statement, esprime il concetto stesso dell’opera. John Cage, che come Duchamp ha fatto della casualità pratica creativa, utilizza proprio il caso come mezzo di creazione. Di conseguenza, l’omaggio che viene fatto è rivolto alla libertà interpretativa lasciata al fruitore dell’opera. La ricostruzione filologica di uno dei capolavori di Duchamp, La Mariée mise à nu par ses célibataires, même, [le Grand Verre] proposta a Casa Morra, così come l’opera di Cage – presentata questa, invece, per la prima volta per intero alla Fondazione Morra nel 2014 – attribuisce al caso la possibilità di determinare le associazioni tra immagini, musica e parole. Realizzato su vetro a partire dal 1915 e lasciato incompiuto nel 1923, le Grand Verre è volutamente aperto a infinite interpretazioni, in un gioco di trasparenze, tra materiali e supporti. E Cage, che guarda a Duchamp, lascia che il suo spettatore attraversi con lo sguardo questa serie composta da otto plexigrams e crei autonomamente combinazioni visive, significati e unioni.
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Works by John Cage and Marcel Duchamp feature in a dialogue based on the principle of randomness, a concept that underpins the entire symbolic journey of the 100 years of Casa Morra. With his work Not wanting to say anything about Marcel (1969), considered his first foray into visual art, Cage pays tribute to Duchamp a year after his death. The title, from a phrase uttered by Jasper Johns in response to the death of his friend and colleague – one that would later become a ‘statement’ – fully expresses the work’s core concept. John Cage, who, like Duchamp, based his creative practice on chance, uses it as a medium of creation. Consequently, it is to the interpretative freedom left to the user of the work that his homage is paid. The historically accurate reconstruction of one of Duchamp’s masterpieces, La Mariée mise à nu par ses célibataires, même, [le Grand Verre] on show at Casa Morra, with Cage’s work – presented for the first time in full at the Fondazione Morra in 2014 – leaves it up to chance to create associations between images, music, and words. Made on glass, starting in 1915 and left unfinished in 1923, le Grand Verre is deliberately open to an infinity of interpretations in a play of transparencies, materials, and supports. And Cage, looking to Duchamp, allows his viewer to gaze through this series of eight plexigrams, independently creating visual combinations, meanings and unions.